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HELP FOR LIFE. AUTOCONTROLLO GLICEMICO: L’ACCURATEZZA ANALITICA PER L’ACCURATEZZA CLINICA

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Date:
Dal 06-09-2019 al 06-12-2019
Location:
SESTO SAN GIOVANNI (MI), I.R.C.C.S. MULTIMEDICA, VIA MILANESE 300
Sponsor:
- A. Menarini Diagnostics S.r.l
Reference target:
Professione: MEDICO CHIRURGO - Discipline: MALATTIE METABOLICHE E DIABETOLOGIA
Rational:

L’ipoglicemia è una delle più frequenti complicanze del trattamento farmacologico del diabete. Si manifesta con sintomi correlati all’attivazione adrenergica prima e con sintomi correlati alla neuro-glucopenia dopo. Costituisce un evento di profondo disagio e malessere, inoltre gli episodi di ipoglicemia possono aver luogo in assenza di sintomatologia. L’ipoglicemia, specialmente quella notturna, è uno dei principali limiti alla serenità delle persone con diabete: la necessità di stare all’erta e percepire i prodromi dell’abbassamento eccessivo di glucosio nel sangue possono portare a un calo di autostima e alla sensazione di dipendere dal prossimo. Ma anche per il diabetologo la paura dell’ipoglicemia agisce come barriera alla intensificazione terapeutica, perché è associata ad un rischio più elevato di malattie cardiovascolari, deficit cognitivi, coma o morte. È quindi importante prevenire l’ipoglicemia tramite l’adeguata educazione del paziente ad osservare una dieta corretta, ad utilizzare le strategie terapeutiche orali ed iniettive con rischio più basso e a gestire in modo congruo l’attività fisica. L’auto-monitoraggio glicemico è uno strumento che utilizzato in modo congruo dal paziente può essere di grande aiuto nel prevenire, individuare e quindi gestire appropriatamente gli eventuali eventi specialmente nei pazienti a rischio più elevato per loro caratteristiche personali o per le caratteristiche della terapia impostata e nei pazienti che non ne percepiscono i sintomi. Nuove strategie terapeutiche hanno avuto negli ultimi anni grande supporto dalla letteratura nella prevenzione e cura delle complicanze cardiovascolari associate al diabete tipo 2, in particolare della cardiomiopatia diabetica. Tra queste molecole la categoria degli SGLT2-inibitori sono stati valutati in RCT e RWE e sono da ritenersi una terapia cardine per prevenzione secondaria e primaria in soggetti diabetici anche in associazione a terapia iniettiva. Tra gli eventi indesiderati di questa categoria di farmaci è stata descritto il rischio di cheto acidosi anche in presenza di valori glicemici non elevati, a volte in assenza di sintomi. Pertanto un utilizzo di uno strumento in grado di rilevare la chetonemia, oltre che la glicemia, porrebbe maggiore sicurezza in questa particolare categoria di pazienti. Questo evento tra pari si propone di discutere di questi aspetti spesso negletti relativi all’ipoglicemia ed al rischio di cheto acidosi (non dimenticando il rischio di aggravamento della stessa in presenza di metfromina) valutando tale rischio nella nostra popolazione diabetica, verificando l’efficienza del sistema di monitoraggio durante l’attività ambulatoriale di tutti i giorni con un progetto di sorveglianza della durata di 3 mesi.